Foggia, 30
maggio 2019.
Approvate
con la legge 91 nell’agosto 2015, grazie ad un emendamento del deputato
pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), le CUN (Commissioni Uniche Nazionali) di
filiera stanno via via soppiantando le vetuste Borse Merci, introdotte da un
regio decreto nel lontano 1913. Ma per il comparto cerealicolo,
purtroppo, non si riesce ancora a sbrogliare la matassa. Nonostante il
drammatico crollo dei prezzi che, talvolta, non riesce neppure a coprire i
costi di produzione e la concorrenza sleale del grano importato dall’estero,
che copre il 30% del fabbisogno nazionale, non si è ancora giunti, infatti, ad
un accordo tra i diversi soggetti della filiera. A ribadirlo è Gian Marco
Centinaio, ministro delle Politiche Agricole, nel corso del question time tenutosi
oggi giovedì 30 maggio al Senato.
“Il
sistema cerealicolo italiano riveste una grande importanza all’interno
dell’intero settore agricolo nazionale sia per l’estensione delle coltivazioni
e la formazione di una parte rilevante di fatturato sia
per il forte valore identitario che esprime – ha dichiarato il ministro
Centinaio – Proprio
per questo il Ministero delle Politiche Agricole è impegnato nel sostegno della
filiera grano/pasta e nel consolidamento dei rapporti tra trasformatori e
agricoltori per garantire massima tutela ai consumatori”.
La Cun
prevede un accordo tra
parte acquirente e parte venditrice per la formazione di un prezzo di
riferimento valido a livello nazionale che superi il sistema attuale delle
borse merci di quotazione. Al fine di avanzare nelle procedure e a fronte
di una richiesta di filiera, il Ministero già in data 14 marzo 2018 ha tenuto
un tavolo tecnico e
in data 21 marzo 2018 ha inviato ai partecipanti al tavolo un questionario per
stabilire alcune caratteristiche fondamentali della costituenda CUN grano duro,
tra le quali la sede scelta dalle parti. Al tavolo tecnico sono state invitate
le organizzazioni agricole e le rappresentanze della parte industriale di
trasformazione, proprio per individuare comunemente un percorso utile di
formazione della CUN. Il
Ministero ha ricevuto solo 3 risposte al questionario, di cui due di
richiesta di interrompere il percorso di formazione della Cun da parte delle
rappresentanze della futura parte acquirente. Nessun riscontro o indicazione è
stata inviata dall’associazione Grano Salus: l’unica ad aver dato risposta è
stata Alleanza delle Cooperative.
“Ma, proprio perché il Mipaaft ritiene
importante l’obiettivo di avere un prezzo indicativo più trasparente per chi
produce fuori da contratti di filiera – ha proseguito Centinaio – nel dicembre 2018 ho ribadito al
tavolo di filiera grano/pasta la disponibilità per la creazione di una
Commissione unica nazionale per il grano duro, nell’ambito di una serie di
azioni per il settore. In questo senso sta continuando il lavoro di dialogo
tecnico con le parti e non si può escludere una forma sperimentale che porti
poi al pieno riconoscimento della Cun grano duro” come annunciato dal
vicepremier Di Maio e dal deputato L’Abbate (M5S) durante l’incontro del 12 maggio
scorso a Foggia presso la Camera di Commercio.
Vanno di certo sciolti alcuni
nodi come il listino per definire bene le caratteristiche del grano, il giorno
di riunione, la sede – ha concluso il ministro
Centinaio – con
le candidature di Bologna, Foggia e Roma per ospitare la Cun”.
di V.L'A. |