di Rina Di Giorgio Cavaliere
Le tecnologie
digitali hanno modificato velocemente e con effetti difficilmente prevedibili
nel futuro l’organizzazione sociale e culturale del nostro tempo. Da strumenti
di comunicazione si sono trasformate in presupposti per l’agire individuale, principale
piattaforma su cui costruire relazioni, lavoro, erogazione di servizi, commerci,
contenuti e codice linguistico. Quest’ultimo non solo riflette le
caratteristiche più importanti della personalità dell’individuo, ma anche gli
elementi tipici del suo ambiente; in sintesi viene a definire il modo come si
percepisce e si apprende la realtà.
Proprio
l’introduzione di questi nuovi strumenti di comunicazione ha reso più incisivo
l’utilizzo del simbolo ideografico, che si pone in rapporto immediato con un
contenuto mentale. Con un solo tracciato si può esprimere un’idea, un concetto,
come il colore trasmette un rapido messaggio. Tra i simboli dell’alto medioevo si
trova un cospicuo materiale grafico di certo interessante; la stessa cosa si
può dire per i simbolismi astronomici e astrologici, chimici e botanici. E’
tutto un mondo da scoprire, che aiuta a maturare un gusto estetico, come sostiene
il tipografo e calligrafo Rudolf Koch nel suo libro “Book of signs”, ove raccoglie
tutti i simboli conosciuti, evidenziandone il contenuto estetico; dai capitelli
romanici o bizantini ai rosoni gotici e via via di seguito verso gli ideogrammi
sumeri ed egizi, la scrittura cinese.
Il linguaggio
iconico ben si presta a un percorso operativo centrato sulla corporeità e sui
sentimenti che l’accompagnano. Già conosciuto e scoperto come mezzo per
esplorare il mondo, oggi è valorizzato in una prospettiva socio motoria ove
assume il significato pieno nel processo della nuova comunicazione. I
movimenti, le espressioni si organizzano in un sistema di simboli e regole da
conoscere e utilizzare per interagire nella rete informatica. La notizia,
ampiamente riportata, del gesto italiano della mano con i polpastrelli delle
dita che vanno a toccare quello del pollice (cosa stai dicendo?), già on line,
verrà adottato nel corso dell’anno insieme ad altre immagini. Infatti, l’Unicode
Consortium, che sovrintende allo sviluppo di nuovi emogji (simboli
pittografici, simili a emoticom, divenuti popolari in Giappone a fine anni ’90),
ha deciso di inserire tale gesto tra le immagini che potremo usare, per
ampliare i messaggi di testo.
Di certo la
maggiore confidenza con i nuovi mezzi informatici e l’allargamento del pubblico
che li utilizza, determineranno una nuova utenza, domande capaci d’indurre un
mutamento di contenuto e di linguaggio nell’interpretazione dei fatti. I media,
che sono la parte militante della nostra storia giornaliera, quella del suo
farsi non ancora codificato in un manuale, sono destinati a divenire un canale
indispensabile agli imperativi della formazione e informazione continua, cui
studenti, cittadini, genitori, insegnanti, operatori nei vari settori pubblici
e privati saranno obbligati a rispondere.

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