di Rina Di Giorgio Cavaliere
E’ tempo di affrontare alcuni dei
problemi più gravi che riguardano il mondo moderno; quei problemi che tingono
spesso dei colori della tragedia la vita di tanti esseri umani come è accaduto
per i recenti attentati terroristici. Tramite i media sono entrate nelle nostre
case notizie, interviste e opinioni in tempo reale. La parola libertà è stata
spesso ripresa ed evidenziata, perché l’elenco dei diritti di libertà è aperto,
non si può ridurre senza regredire verso la tirannia; è destinato ad
arricchirsi di altre voci quanto più s’innalza il livello di educazione
politica di un popolo o si affina il sentimento della dignità morale dell’uomo
come elemento attivo della comunità.
In conseguenza di tali eventi è
stata intensificata la vigilanza a livello 2 su tutto il nostro territorio
nazionale, in particolare per la città di Roma e per lo Stato vaticano; Roma
papale, con il tempio di San Pietro e la sede del Sommo Pontefice, è ancor oggi
il centro del mondo cristiano. Dopo i Patti Lateranensi il Vaticano ha
assunto un’altezza morale, cui da secoli non era pervenuto; rappresenta il potere
temporale della Chiesa. Nel 1527 non riuscì con i suoi armati a trattenere i
Lanzichenecchi, ora ha confini segnati appena da una linea che in piazza san
Pietro congiunge le estremità del colonnato del Bernini, ma quando Pio XII
parlò al popolo di Roma e al mondo nel 1944, i soldati di Hitler, che avevano
occupato la città ed erano presenti armati, non osarono oltrepassare quella
simbolica linea di confine.
Benché sia in aumento la preoccupazione
per l’imminente Giubileo e per il suo viaggio in Africa, il Papa all’udienza
generale in piazza San Pietro, davanti allo smarrimento di questi giorni ha
esortato ad aprire le porte per andare incontro agli altri: “Niente porte
blindate nella Chiesa”. Il segretario di Stato vaticano Parolin, la persona che
dopo il Pontefice ha maggior potere, ha ribadito: “Nessun passo indietro sul
Giubileo, è quanto mai necessaria un’offensiva della misericordia”; nel
contempo le comunità islamiche moderate hanno manifestato per dire no al
terrorismo.
Il fondamentalismo è la risposta che,
soprattutto nell’Islam, viene offerta alla rivendicazione di una società più
giusta che proviene dalle popolazioni del sud del mondo, spesso bandiera per la
rivendicazione di una identità etnica e culturale. Nonostante la continua
irruzione di modernità, la straordinaria crescita delle conoscenze scientifiche
e della tecnologia, l’incessante produzione di nuovi modelli culturali, le
religioni permangono come un sistema mentale pressoché universale.
In che modo l’Occidente può rispondere a
questa sfida? Tramite l’assunzione di un’etica della responsabilità: mirare al
riconoscimento della differenza non solo come dimensione esistente e dunque
possibile, ma come valore, alterità dialogica, comunicazione praticabile.

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