di Rina Di Giorgio Cavaliere

Buona parte delle analisi contemporanee sui fenomeni economici, politici, sociali e culturali, che ci riguardano, è condotta all’insegna della globalizzazione. Le caratteristiche salienti del processo di trasformazione attuato in questi anni, (ha soprattutto ampliato e arricchito gli spazi di partecipazione nel bene e nel male), sono puntualmente documentate dai recenti fenomeni; essi pongono società e istituzioni di fronte a nuovi problemi, coinvolgenti tutti gli ambiti dell’odierna convivenza civile.
Lo studioso Anthony Mc Grew parla di una doppia connotazione, riferendosi alla globalizzazione. Estensiva, in quanto i fatti che avvengono in una parte del mondo possono avere ripercussioni su individui e comunità, i quali vivono in altre parti; intensiva nel senso di una crescente interdipendenza e interconnessione tra i diversi stati e le differenti società.
Parliamo del notevole movimento di essere umani che si spostano e incontrano altre persone, innanzitutto nei viaggi promossi dalla colossale macchina del turismo. Costituiscono un moto di breve durata dall’interno verso l’esterno. Tra le mete preferite permangono i paesi del Sud del mondo, ma ci sono anche località nuove per il 2015, come la penisola della Kamchakta, punta estrema della Russia, tra il mare occidentale della Siberia e l’oceano Pacifico, con una zona vulcanica e un parco naturale dichiarati Patrimonio Unesco.
L’attuale turismo di massa, pubblicizzato con numerose notizie e fotografie, incentivato con prezzi vantaggiosi sui siti internet e nelle agenzie del settore, pur essendo foriero di vantaggi economici per il paese di destinazione, determina un impatto culturale occasionale. In questa prospettiva il paese di destinazione con i suoi abitanti, la natura e gli altri esseri che lo popolano è alla stregua di oggetto esotico o souvenir.
Presenta, al contrario, una sua connotazione culturale, è di rilevanti proporzioni numeriche e generalmente di breve o media durata, la mobilità di studenti e lavoratori oggi molto praticata non solo in ambito europeo, ma extra europeo. Soggetti attivi, che seguendo modalità e tempo di realizzazione differenti, danno luogo a incontri con altre culture, intese nell’accezione antropologica: modo di vivere, valori, comportamenti, credenze, artefatti, storia comune.
Merita una sottolineatura particolare, per la sua vastità e diffusione, l’altro aspetto, quello degli immigrati, soggetti passivi del fenomeno migratorio; raggiungono il nostro paese spinti da un miglioramento delle condizioni economiche o per un rifugio da persecuzioni politiche.
La pluralità rimane, in ogni caso, un dato di fatto del terzo millennio; pratica intersoggettiva che parte dalla più piccola espressione della vita associativa, la famiglia, sino a coinvolgere gradualmente la sfera dell’economia e della politica internazionale. Una prospettiva culturale nuova e nello stesso tempo tanto vicina alla nostra realtà umana, protesa nella ricerca continua di un senso globale della vita.

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