di Redazione
Dal 2 al 4 dicembre, al Teatro
Olimpico di Roma, ancora una volta Vittorio Sgarbi ci porterà in viaggio con
l'arte, questa volta con i due grandi Maestri Pasolini e Caravaggio. “Caravaggio è doppiamente
contemporaneo. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente
alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la
sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e
l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a
capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in
un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta
di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce
un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del
Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li
capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è
più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni,
di quanto non sia Caravaggio.”
È su questa citazione di Vittorio Sgarbi che
s’innesta l’idea di un’inedita simmetria con l’intellettuale Pier Paolo
Pasolini (Bologna;1922 / Lido di Ostia;1975). Pasolini e Michelangelo Merisi,
in arte Caravaggio (Milano;1571 / Porto Ercole;1610), seppur su piani
differenti, innescarono roventi polemiche attraverso le loro modalità
artistiche, e di vita, divenendo interpreti di nuove realtà spesso non comprese
dai coevi, e dai posteri
In questo spettacolo, tutto da ascoltare e vedere, Vittorio Sgarbi ci condurrà
nelle vite, fin dentro le opere rivoluzionarie di Michelangelo Merisi e Pier
Paolo Pasolini. Trascendendo immagini, testi e suoni, Sgarbi porterà alla luce
quanto di più necessario ci è stato donato dalle rivoluzionarie attività di
questi due maestri i quali, nonostante abbiano vissuto a circa quattrocento
anni di distanza l’uno dall’altro, lottarono contro analoghi ostracismi,
pagando il caro prezzo della vita in cambio della propria libertà
intellettuale.

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