di Gerardo Leone
Foggia, 7 febbraio 2012.
«Riteniamo politicamente che, con il rinnovo della giunta, Mongelli abbia certificato la fallimentare esperienza di governo del centrosinistra che ha ridotto Foggia ad uno stato comatoso quasi irreversibile. La presa di coscienza del sindaco ed il suo tentativo di divincolarsi dalla tentacolare spirale in cui il centrosinistra lo ha relegato non costituiscono comunque la coperta sotto cui nascondere o far dimenticare ai foggiani i disastri epocali posti in essere nei sette bui anni di gestione del centrosinistra». E' il commento ufficiale del gruppo del Pdl a palazzo di Città, che comunque prende le distanze dal nuovo esecutivo. «Noi lavoriamo, responsabilmente, per il bene della città, continuano i pdiellini, candidandoci ad essere una seria e qualificata alternativa a oltre sette anni di disamministrazione comunale del centrosinistra». «Attendiamo ora – rilanciano i consiglieri del Pdl, di conoscere se il sindaco intende presentare anche uno straccio di programma, che consenta di evitare la navigazione a vista dell’amministrazione comunale tra scogli pericolosissimi quali Amica, Corte dei Conti, disoccupazione, debiti fuori bilancio, mega interventi edili sfiguranti la definizione del PUG". Di diverso parere, come ovvio che fosse, invece il commento dei vertici dell'Unione di Capitanata, che confermano il loro impegno per Mongelli. "L’Unione di Capitanata, dicono a Via Matteotti, pur non condividendo alcuni dei criteri imposti dal sindaco di Foggia Mongelli ed accettati solo per senso di responsabilità verso la città, esprime soddisfazione per la conclusione della verifica amministrativa al comune capoluogo. "Rivolgiamo un appello al sindaco Mongelli , terminano gli uomini di Giannicola De Leonardis, affinché possa espletare ogni sforzo inteso a ripristinare un clima di serena condivisione fra tutte le componenti della coalizione di maggioranza, apportando, se è il caso, opportuni ritocchi". Sono questi gli strascichi delle decisioni presi dal sindaco dopo il varo del Mongelli bis, che pensiamo, però, non finiscono qui.

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