di Rina Di Giorgio Cavaliere
L’esigua presenza dei libri nella
nostra vita quotidiana può essere attribuita all’invadenza dei media, che
occupano svariate ore del nostro tempo e tengono soprattutto i ragazzi,
abituati al linguaggio colorato e rumoroso della TV e di altri mezzi
informatici, molto esposti a questo tipo di trasmissioni. In un capitolo dei
“Documenti del Rapporto Faure” lo studioso Pierre Bertaux collegava la
concorrenza al libro ad alcune modifiche di tipo psico-emotivo, che sarebbero
intervenute nelle nuove generazioni, in quanto si sarebbe diffusa
un’inclinazione al canale visivo e un declino del canale uditivo. In effetti le
immagini rappresentano oggi il nuovo orizzonte del conoscere, più legate alla
percezione che all’analisi concettuale, come per la fotografia.
E’ sempre più evidente che
l’educazione alla lettura è un traguardo, il quale diventa progressivamente più
difficoltoso. Come sperimentare una modalità diversa, opposta di rapporto con i
messaggi verbali? Come far conoscere la possibilità di immaginare, prevedere,
immedesimarsi, fare esperienze di un mondo nuovo e diverso, ogni volta sorprendente
e ricco di emozioni come quello che i libri ci offrono? Da soggetti passivi di
ricezione, è necessario riconquistare l’iniziativa mentale e l’attività critica
attraverso la scoperta che leggere è un’esperienza piacevole, avvincente e
piena di significato per la nostra vita.
La narrazione libraria lascia i
fatti alla ricostruzione mentale del lettore, alla sua piena capacità
immaginativa; la lettura resta quella che maggiormente aiuta lo sviluppo del
linguaggio, della fantasia nel senso più disciplinato e strutturato. Dalla
constatazione di quanto sia diffuso il bisogno di narratività e di come questo
elemento tenga insieme e veicoli altri aspetti essenziali della formazione e
dell’apprendimento, sono scaturite iniziative degne di nota in contesti diversi.
Si è attivata, in particolare, la scuola, in quanto ha il compito di educare
all’uso di testi multimediali, che vengono riprodotti e diffusi, come
riprodotto e diffuso è stato il testo scritto dall’invenzione della stampa in
poi.
Per diffondere il ritorno alla
lettura e promuovere l’uso responsabile dei social anche nel settore della
comunicazione di massa, ove prevale il dominio delle informazioni ridondanti
(pubblicità, news, quiz), è stata avvertita l’esigenza di trasformare le stesse
dal livello percettivo a quello intellettivo con programmi mirati (Quante storie,
Billy, Per un pugno di libri). Da evidenziare la notizia dell’inserto su “la Lettura”
del supplemento culturale del “Corriere”, disponibile su smartphone e tablet
(la nuova App scaricabile negli store) e tutti i weekend in edizione cartacea.
Il libro, quindi, il più antico e importante mezzo di trasmissione del
pensiero, risulta un canale diverso dagli altri media e può diventare un medium
di massa quando trova nei lettori la giusta capacità di decifrazione, per
passare dal messaggio scritto a quello in codice orale, fonatorio.

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