di Giusy Carbonaro
Carissimi,
il poeta di gennaio è Rabindranath
Tagore celebre
scrittore indiano
Tagore
con “AL RISVEGLIO” riesce a farci riflettere sugli stati d’animo e le emozioni
più intime che ognuno percepisce. Una riflessione che affonda le radici nella
profonda spiritualità che lega l’uomo agli elementi della natura. Una sinfonia ricca
di sentimenti in grado di regalarci una intensa riflessione.
Al risveglio
Al risveglio ho trovato con la luce una lettera.
Ma non posso sapere che dice: non so leggere.
E non voglio distrarre un sapiente dai libri:
ciò che c’è scritto forse non lo saprebbe leggere.
La terrò sulla fronte, la
terrò stretta al cuore.
Quando scende la notte ed escono le stelle, la porterò sul grembo
e resterò in silenzio.
E me la leggeranno le
foglie che stormiscono, e ne farà il ruscello
col suo scorrere un canto che a me ripeterà anche l’Orsa dal cielo.
Io non lo so trovare quel che cerco, o capire cosa
dovrei imparare
ma so che questa lettera che non ho letto, ha reso più lieve il mio fardello, e
tutti i miei pensieri ha mutato in canzoni.
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Rabindranath
Tagore, nasce a Calcutta il 7 maggio 1861 da una nobile famiglia
bengalese. Ultimo di quattordici fratelli, Rabindranath non segue degli studi
regolari, viene educato dal padre, che si occupa a trecentosessanta gradi del
figlio, con cui condivide anche esperienze di viaggio.
Dal 1902, il poeta vive un grande dramma:
muore la moglie. Poco dopo, muoiono anche la figlia e il figlio minore. Tagore
è devastato dal dolore, che si riflette subito dopo nelle poesie scritte in
quel periodo. Vince il Premio Nobel per la Letteratura nel 1913. Nell’ultimo periodo della sua vita si dedica
alle arti figurative creando più di 2000 disegni e dipinti, muore il 7 agosto
1941.
Giusy Carbonaro

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