di Fillea Cgil
Foggia, 30 marzo 2022.
“Non si può morire di lavoro, non si deve morire sul lavoro. Queste morti non sono mai una fatalità e dovrebbe essere per tutta l’opinione pubblica di questo paese insostenibile contare ogni anno oltre mille vittime, che la mattina scendono di casa per portare a casa un salario e a casa non fanno più ritorno”. Commenta così Savino Tango, segretario generale della Fillea Cgil di Capitanata, l’ennesimo incidente mortale sul lavoro registratosi ieri a Cerignola, vittima un uomo di 70 anni. “Alla famiglia di questo lavoratore va il cordoglio della nostra organizzazione – prosegue Tango -. Ma occorre l’impegno di ogni istituzione affinché non debbano ripetersi queste tragedie. Non va mai abbassato il livello di attenzione rispetto alla normativa in materia di salute e sicurezza, specie nell’edilizia che è un settore che grazie a bonus e sgravi del Governo sta vivendo una fase di forte crescita, ma che non può avvenire in spregio a ogni regola. Servono più controlli. Così come viene da interrogarsi, e la Fillea Cgil sta insistendo molto a livello nazionale su questo tema, sulle pensioni povere di chi lavora in edilizia, lavoro per antonomasia intermittente, che non garantisce assegni dignitosi e che spesso costringe anche persone avanti con l’età ad arrangiare con lavoretti”. A gennaio in provincia di Foggia si erano già verificati 2 infortuni mortali, “e nella graduatoria che tiene conto dell’incidenza di vittime sul numero degli occupati – sottolinea Tango – la Capitanata era la quinta provincia in Italia. E 18 sono stati i morti nel 2021, numeri drammatici ma che dietro celano storie di vite perdute e famiglie dilaniate. Tutto questo è inaccettabile”.

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