Di sicuro forze sociali come la
secolarizzazione, il consumismo capitalista e l’individualismo hanno un
notevole impatto nel modellare la religiosità e la spiritualità delle
generazioni. Un richiamo merita il libro di AA. VV. “La pedagogia cristiana nel
Novecento tra critica e progetto” (La Scuola, Brescia, 2000), nel quale i
pedagogisti di ispirazione cristiana ripercorrono il cammino dell’educazione
cristiana nell’arco di tutto il Novecento. La pedagogia cristiana ha elaborato
soluzioni originali e innovative; dall’idealismo di Giovanni Gentile, il cui
pensiero è stato definito da Eugenio Garin “di un pedagogismo assoluto”, al
naturalismo di John Dewey, che su modello americano si è presto diffuso nell’Europa
del secondo dopoguerra.
Secondo recenti indagini di
mercato pubblicate sul Journal of Marketing Theori and Practive, il Natale è ancora
un’esperienza sociale legata alla religione dell’io proposto dal consumismo,
tant’è che i distributori, le piattaforme di e-commerce e i motori di ricerca, pur
consapevoli della pandemia in corso, propongono soluzioni immediate ed
economicamente accessibili a tutti. E’ evidenziato anche il notevole livello di
ansia che colpisce i consumatori alle prese con lo shopping natalizio. Quali
significati emergono da questi studi sul piano umano e cristiano? Innanzitutto
che siamo lontani dal Natale cattolico, illuminato dalla sola luce del Presepe:
le espressioni di tenerezza umana nelle statuine dai tratti esteticamente attraenti
e dolci della Madonna e del Bambino, quelle maestose dei Magi e la tranquilla
compostezza di San Giuseppe.
L’evangelista Luca immerge
l’evento in un’atmosfera povera e modesta, tratteggiando in modo autentico il
tema centrale teologico dell’Incarnazione, vero cuore spirituale del Natale
cristiano. Fin dal primo istante dell’Incarnazione, infatti, si realizza la
vocazione sacerdotale di Gesù, il quale, entrando nel mondo, fa la sua offerta
sacerdotale per la salvezza dell’umanità (cfr. Eb. 10, 5ss). L’originalità del
Cristianesimo nei riguardi di tutte le altre religioni sta nel fatto che
l’Incarnazione di Dio in Gesù Cristo, come risposta al senso religioso
dell’uomo, è un avvenimento della storia umana. L’evangelista Matteo, appunto,
nella cornice sfavillante di prodigi e nell’astro che splende nel cielo,
emblema messianico attorno al quale si sono moltiplicate nella storia diverse
ipotesi astronomiche, intuisce il segno di una rivelazione cosmica, aperta a
tutta l’umanità.
Pure questo Natale 2021 ha la sua
cometa; si chiama Leonard ed è la più luminosa dell’anno. La scoperta,
pubblicata sulla rivista Science, è stata resa possibile grazie al telescopio
spaziale Tess (Transting Exoplanet Survey Satellite) della Nasa. I dati sono
stati analizzati dal gruppo internazionale che ha a capo Kristine W. F. Lam e
Szila’rd Csizmadia dell’Istituto di ricerche planetarie dell’Agenzia spaziale
tedesca. La complessità del mondo attuale tende a disorientarci; di fronte allo
straordinario messaggio di pace e di amore del Santo Natale, siamo impreparati.
A mano a mano che le responsabilità personali e collettive crescono, ci
accorgiamo di fare sempre più fatica a mettere in pratica l’impegno evangelico:
il Presepe ha ancora molto da insegnarci.
di Rina Di Giorgio Cavaliere |