E le stelle stanno a guardare
Cari amici e amiche,
tra le varie storie inviatemi ho scelto una testimonianza semplice.
Un racconto da leggere soprattutto tra le righe perché è lì che si
cela il significato profondo della storia.
Avevo 12 anni e all’epoca aiutavo mia madre a coltivare crisantemi.
Questi fiori quando sono vicino alla fioritura hanno bisogno di buio,
quindi li chiudevamo nel primo pomeriggio con dei teli neri per non
far passare la luce, e si aprivano il mattino dopo verso le dieci. Era
inizio autunno e anche se le giornate cominciavano a diventare più
fredde il sole ci donava ancora il suo sorriso. Quella mattina, come
sempre, all’alba ero già al lavoro con mia madre su altre
coltivazioni. Improvviso, un forte vento cominciò a soffiare risoluto,
così lei decise di andare ad aprire i teli con i crisantemi prima
dell’ora prevista. Visto il cambio repentino del tempo. << Dai
Marco, facciamo presto, così si torna a casa prima.
La voce di mia madre mi fece trasalire da i miei miraggi ricchi di stelle cadenti e dimensioni lontane. Mi affiancai a lei e con passo veloce ci
recammo alla serra e svelti ci apprestammo ad aprire i teli che sotto
il forte vento cominciavano a gonfiarsi e a sbattere sempre più.
Mentre mi davo da fare, alzai gli occhi al cielo che celere si era unito
al mare in un abbraccio scuro, più scuro della pece. Si lavorava in
fretta per evitare di non perderne neanche uno. Il vento soffiava
sempre più, e in men che non si dica si alzò una tromba d’aria che
in un baleno sollevò completamente l’intera serra, per poi
scaraventarla su fazzoletti di terra più in alto da dove era ubicata. In
quella danza tra vento e pioggia capii che dovevo correre al riparo.
Così mi lasciai scivolare sul terreno fradicio e raccolto su me stesso
guardai il cielo. In quell’istante infinito mi sentii avvolgere da un
calore che sembrava cullarmi nel suo abbraccio. Tutto era fermo in
quell’incanto, anche il vento e la pioggia si erano stancati del loro
canto. Fu in quel momento che notai a ridosso del monte quattro
stelle luminose che dall’alto sembravano guardarmi come a
proteggermi. La percezione che fossero lì per me fu tale, che in quel
tempo indefinito fu come se qualcosa mi venisse rivelato. Ma la
pioggia impetuosa contornata da tuoni e lampi riprese fulminea a
cadere su di me, svegliandomi da quell’incanto. Così mi alzai e di
fretta corsi verso casa. Molti anni dopo sfogliando una rivista, vidi una foto che riconduceva alla Milizia Celeste e improvviso un flashback riportò alla mente quell’episodio che avevo vissuto da adolescente. In seguito a questo, tramite una amica di mia madre mi fu presentata una donna straordinaria a cui raccontai l’accaduto.
Fu lei a confermarmi che quella mattina avevo visto davvero la
Schiera Celeste ferma nel cielo. Un segno del destino di cui Oggi ne
faccio parte.
Cari lettori
non so voi, ma quando ho letto questa storia ho avvertito una gioia
nel cuore e con essa la conferma che gli Angeli esistono e sono da
sempre con noi. Ringrazio Marco, per avermi resa partecipe di una
traccia passata che vige la realtà corrente, che oggi per riflesso è
anche un po' mia.
Emy Dell’Aquila
di Emy Dell'Aquila |