Bari, 5 dicembre 2019.
La vera novità è… che non ci sono grandi novità! Una delle ipotesi che abbiamo avanzato nel nostro libro “La Riforma del Terzo Settore fa schifo” è che tale rivoluzione del mondo associativo poteva non trovare mai completa applicazione, o comunque diventare operativa con estremo ritardo, che è quanto sta avvenendo. Ovviamente i continui cambi al Governo del Paese non aiutano certo nella costruzione di un percorso lineare che porti alla piena operatività, ma non c’è dubbio che anche le molte critiche emerse all’impianto del Disegno di Legge e in particolare ai nodi importanti non risolti stiano rallentando un già complesso iter di attuazione. Ma veniamo ai prossimi passi. ISTITUZIONE DEL REGISTRO UNICO NAZIONALE ENTI DEL TERZO SETTORE - RUNTS La definizione delle regole di istituzione del Registro sono ancora in discussione. Di particolare rilevanza sarà capire come sarà organizzato il Registro, quali criteri e quale procedimento sarà necessario per iscriversi, chi avrà la titolarità di valutare l’ammissione (se su base regionale o nazionale). Ad oggi il Decreto attuativo ancora non c’è e se non verrà approvato entro il 2019 saremo nuovamente in ritardo rispetto alla tabella di marcia (già oggetto di proroghe). Infatti dall’approvazione del Decreto all’istituzione vera e propria del RUNTS sarà necessario aspettare almeno un altro anno, per creare l’infrastruttura informatica del registro e renderla pienamente funzionante. Solo nell’anno fiscale successivo alla piena realizzazione del RUNTS diventeranno operative le nuove regole fiscali, per le quali fra l’altro si aspetta ancora il via libera della Commissione europea. Quindi per far entrare a regime le nuove regole fiscali dal 2021 è necessario che il RUNTS sia pienamente operativo entro il 2020. Possibile? Sì, ma molto difficile. Senza contare che su tutto ciò pende la spada di Damocle della durata in carica dell’attuale governo.
di Stefano Marini |