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Le banche venete al collasso
De Leonardis: il fallimento dell’autodeterminazione finanziaria che tanto vorrebbe la Lega

 

Bari, 26 giugno 2017.

“Per i populisti in salsa lepenista come Matteo Salvini e per i leghisti presunti modelli di efficienza, intransigenza e rigore come il Governatore Luca Zaia, il Sud – nonostante tardive e ipocrite incursioni e retromarce in campagna elettorale a caccia di voti e consensi, che ovviamente non sortiscono alcun risultato - è sempre stato additato come modello di sprechi, corruzione, una zavorra per l’economia virtuosa delle loro Regioni e dei loro territori così ben amministrati, al punto da promuovere un referendum – tra il grottesco e il preoccupante – per reclamare la loro ‘legittima’ volontà di autodeterminazione finanziaria.
Lo dice in una nota il presidente del gruppo consiliare ‘Alternativa Popolare’, Giannicola De Leonardis.  Ovviamente, venendo meno a qualsiasi ipotesi di sussidiarietà e solidarietà, e senza tenere conto degli squilibri attualmente esistenti, alimentati da decenni di disattenzioni e parametri discutibili introdotti, come per esempio l’iniqua ripartizione delle risorse del Fondo Sanitario Nazionale, che producono l’effetto di aumentare ancora più una forbice già allarmante di per sé, e senza che i meridionali abbiano specifiche colpe e responsabilità.
Scopriamo oggi però che proprio nel Veneto modello e che vorrebbe trattenere per sé i soldi delle tasse da devolvere allo Stato centrale, due banche centrali per l’economia locale (Veneto Banca e la Popolare di Vicenza) sono al collasso e necessitano di un salvataggio dai 5 ai 20 miliardi di euro per non travolgere due milioni di correntisti e una nutrita serie di piccole e medie imprese. Una situazione drammatica, finora ignorata da politici che parlano per spot e che alla realtà preferiscono lo storytelling, il racconto deformato di quella stessa realtà piegata all’uso distorto che se ne vuole fare. Una situazione che Zaia e Salvini sembrano scoprire soltanto adesso, dimenticando il legame stretto tra la politica e il sistema creditizio-affaristico, con l’economia e la finanza (anche se le disavventure passate della Lega Nord e gli investimenti dell’ex tesoriere Francesco Belsito alimentano in effetti seri dubbi sulle reali competenze in materia). L’auspicio è questa durissima lezione, destinata a produrre ripercussioni sull’intera comunità nazionale, alimenti almeno un senso di responsabilità e decoro troppo spesso venuto a mancare nei confronti del Mezzogiorno d’Italia e delle politiche per il Mezzogiorno d’Italia, evitando di pontificare da pulpiti improbabili salvo poi essere smentiti dalle cronache un tempo tanto amate e decantate”.

di G.d.L.

 

 

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