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Latte: le Aziende sull'orlo del collasso.
Il problema è nel prezzo del latte, che ha raggiunto livelli inferiori ai costi di produzione

 

Bari. 27 gennaio 2016.

“Salvaguardare gli allevatori della Murgia Barese e Ionica e  della Capitanata e valorizzare i prodotti caseari pugliesi quali eccellenze dell’agroalimentare locale da esportare in tutto il mondo”. Il consigliere regionale del gruppo Ap-Ncd-Lista Schittulli, Gianni Stea, componente Commissioni Bilancio e Agricoltura, ha incontrato una delegazione di allevatori di Noci, Putignano, Santeramo, Gioia del Colle, Mottola e Laterza per mettere a punto strategie comuni finalizzate a salvare aziende sull’orlo del collasso.
“Il problema – spiega Stea – è nel prezzo del latte, che ha raggiunto livelli inferiori ai costi di produzione. I caseifici pugliesi pagano il prodotto 38 centesimi al litro più la quota qualità che varia tra i 2 e i 3 centesimi. Gli allevatori chiedono, a ragione, che si raggiunga almeno il prezzo di 41 centesimi più la quota di qualità, dal momento che i costi di produzione si aggirano attorno ai 40 centesimi al litro. Si tratterebbe di avere insomma margini di guadagno pur minimi ma che permetterebbero la sopravvivenza di aziende diffuse sulla Murgia Barese e Tarantina e in Capitanata e che invece al momento sono costrette a chiudere. Si sta in pratica demolendo, con tutte le ripercussioni occupazionali del caso, una tradizione secolare per i nostri pastori e allevatori a scapito, oltre che della ecosostenibilità dei territori interessati dalla pastorizia, anche della qualità dei prodotti caseari, notoriamente punta di diamante dell’agroalimentare pugliese”.
Gianni Stea vuole farsi promotore di un tavolo cui dovranno partecipare tanto gli allevatori quanto i rappresentanti dei caseifici: “Sono certo – aggiunge – che è interesse comune trovare un punto di intesa in questa ennesima battaglia tra poveri, in modo da mantenere su livelli di eccellenza tanto la qualità del latte pugliese, quanto quella dei suoi derivati. Questi ultimi ad alto rischio di contaminazione con una filiera dalla non sempre chiara certificazione. E proprio in quest’ambito chiediamo controlli accurati sui prodotti utilizzati, sulla loro provenienza, sulla quantità presente, in modo – tutti insieme – da potere tutelare il consumatore garantendo genuinità e alta qualità nei processi di lavorazione”.

di Redazione

 

 

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