di Rina Di Giorgio Cavaliere
Comprendiamo come non vi possa essere alcuna autorevolezza e
credibilità nelle norme che ci impongono il rispetto di determinati
comportamenti, se prima non si sia stabilito a chi e con quali limiti e
modalità è dato il potere di introdurre, abolire o modificare le norme
giuridiche, di accertarne l’eventuale violazione, di curarne l’esecuzione, se
necessario facendo uso della forza. Nel nostro Stato e nella quasi totalità
degli stati contemporanei, queste regole, almeno nei loro principi
fondamentali, sono contenute in una legge suprema che le altre non possono
contraddire: in Italia è la Costituzione della Repubblica italiana.
Il 2 giugno 1946, gli italiani, chiamati direttamente a decidere attraverso
il referendum istituzionale tra monarchia e repubblica, scelsero quest’ultima;
a ottantacinque anni dalla sua nascita, lo Stato italiano diventava così una
Repubblica e ritornava ad avere istituzioni libere e democratiche dopo i lunghi
anni della dittatura fascista e della guerra. Anche l’integrazione europea
iniziò al termine della seconda guerra mondiale, in conseguenza delle opinioni
politiche e filosofiche espresse da alcuni politici e pensatori illuminati:
Robert Schuman, Jean Monnet, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Altiero
Spinelli, Henry Spaak, Winston Churchill.
Con il trattato di Parigi del 1951 i sei Stati fondatori (Belgio,
Francia, Italia, Repubblica Federale Tedesca, Lussemburgo e Paesi Bassi) istituirono
la Comunità economica del carbone e dell’acciaio. E’ questo il primo di una
serie cospicua di accordi; infatti gli stessi nel 1957 firmarono a Roma i
trattati della Comunità europea per l’energia atomica e della Comunità
economica europea. L’unificazione europea assunse nuovi significati con il
Trattato sull’Unione europea firmato a Maastricht nel 1992 per la realizzazione
di un’unione monetaria entro il 1999, l’istituzione di una cittadinanza
europea, la creazione di una politica estera e di sicurezza comune, di
un’organizzazione comune per l’ordine pubblico e la giustizia.
Con il successivo Trattato di Amsterdam furono rafforzati l’azione
politica e i mezzi a disposizione dell’Unione europea, specialmente per quanto
riguardava la collaborazione giudiziaria, la libera circolazione delle persone,
la politica estera e la sanità pubblica. Inoltre veniva richiamato il principio
di cittadinanza dell’Unione, come stabilito a Maastricht. Tali potenti elementi
fondanti hanno costituito il punto di avvio nel percorso di una comune civiltà europea.
Ne hanno segnato in buona parte l’identità culturale durante il ventennio
appena trascorso, sino agli avvenimenti di oggi (Forum europeo su migrazioni,
Consiglio UE sull’energia, G20 a Roma) e alla decisione del Parlamento europeo di
scegliere Alexei Navalny come vincitore del premio Sakarov 2021 per la libertà
di pensiero, riconoscendone il ruolo importante svolto per molti anni nella
difesa dei valori democratici. L’annuncio ufficiale è stato dato durante la
plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo il 20 ottobre 2021.
Ricordiamo la finalità alla base dell’unificazione europea: la
costruzione di un ordine di pace, di riconoscimento e promozione della dignità
umana che avesse continuità nel tempo, attraverso l’associazione di vincitori e
vinti della seconda guerra mondiale, in un organo istituzionale fondato sul
principio di uguaglianza. L’Europa odierna è segnata da uno straordinario
mosaico di realtà etnico-politiche, che si esprimono nei numerosi Stati
nazionali che la compongono; l’impegno per la difesa e l’affermazione dei
diritti umani è una bandiera sotto la quale si devono ritrovare uomini e donne
diversi per razza, cultura o fede religiosa, accomunati dal desiderio di
costruire un futuro di pace e di progresso per l’umanità.

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