di Rina Di Giorgio Cavaliere
I messaggi formulati in modo sintetico, come i titoli dei notiziari e
di ogni altra forma di comunicazione anche pubblicitaria, riportano in poco
spazio la notizia principale e nello stesso tempo catturano l’attenzione del
lettore o del video utente. Chiamare le cose con il loro nome significa risparmio
di parole e di tempo, inoltre consente di essere più efficaci nell’informazione.
Non bisogna, però, confondere l’essenzialità con la povertà del discorso e la scarsa
competenza lessicale, come accade quando il procedimento di sintesi non può
essere impostato, essendo già troppo esiguo il materiale linguistico di chi
comunica; ad esempio nel linguaggio dei social da parte dei giovani e degli adulti,
sia pure in maniera diversificata.
I modi e gli strumenti che possono contribuire all’arricchimento
lessicale e sono funzionali allo sviluppo della capacità di sintesi, risiedono
nell’uso sistematico del vocabolario, nell’adeguato programma di lettura, nella
valorizzazione dei linguaggi settoriali e nella costruzione di campi semantici.
Da aggiungere, tra le figure retoriche, la metafora che consente nella poesia e
nella narrazione di creare originali sintesi espressive. Nel linguaggio poetico,
in particolare, si raggiunge una compenetrazione tra il significato e il
significante; la parola cessa di essere puro contenitore e diventa significato,
che costruisce la realtà senza trascurarne l’accurata selezione. Va da sé il
riferimento alle poesie-frammento e, nello specifico, all’Ermetismo, corrente
letteraria del Novecento. È stato da sempre uno dei compiti fondamentali
dell’insegnamento dell’Italiano quello di educare i ragazzi a conseguire tale
finalità; l’acquisizione e il potenziamento della competenza lessicale rappresentano
la migliore forma di prevenzione alla prolissità e al discorso vuoto, attualmente
all’uso violento della parola on line.
Le diffidenze, le paure, le reazioni nei confronti dei media hanno una
loro tradizione e una storia di decenni non risolta. Agli insegnanti
partecipanti al convegno “Parole a scuola” del 9 febbraio 2018 presso
l’Università Cattolica di Milano è stato affidato lo slogan “Scelgo le parole
con cura, perché sono importanti” con l’invito a portare nelle scuole il
“Manifesto della comunicazione non ostile”, una sorta di vademecum per le nuove
generazioni. Una giornata di formazione sul tema delle competenze digitali e
della diffusione consapevole e informata in Rete; a conclusione della ricerca
“EU Kids online” su rischi e opportunità di Internet per bambini e ragazzi,
condotta dall’OssCom (centro di ricerca sui media) dell’ateneo e dell’approfondimento
sullo stesso tema, portato nell’ambito del Rapporto Giovani dell’Istituto
Toniolo.

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