di Rina Di Giorgio Cavaliere
La letteratura ci aiuta a leggere e interpretare alcuni fenomeni legati
alla nostra storia contemporanea, quella dei movimenti migratori del dopoguerra,
l’abbandono delle campagne e l’urbanizzazione. Tra i testi interessanti, in cui
il motivo ispiratore è la convivenza sovente problematica dei due ambiti
culturali nord-sud, si collocano le opere di Mastronardi, la cui forza sta
soprattutto nella creazione di un impasto linguistico molto originale. Sposta
il discorso verso quegli scrittori che della polarità nord-sud hanno tratto
motivi per sperimentazioni stilistiche, come Carlo Emilio Gadda.
L’industrializzazione è stata considerata sia dai sistemi ad economia
capitalistica che collettivistica unica via possibile allo sviluppo e alla
crescita della ricchezza. La questione ambientale, il problema dell’esaurimento
delle risorse e l’aspetto sociale spesso problematico dell’industrialismo hanno
messo, poi, in crisi tale fiducia. Non poche persone hanno deciso di lasciare
le grandi città e i comuni dormitorio situati nelle loro immediate vicinanze,
per andare a vivere in campagna, in cascinali ristrutturati o in piccoli
centri, in ville immerse nel verde. Tutto ciò favorito dal fatto che negli
ultimi decenni la vita nelle campagne è migliorata; il progresso della tecnica
ha portato numerosi vantaggi e lo sviluppo economico nuovi insediamenti
industriali.
Certo ogni paese o borgo incontra ancora limiti nelle possibilità di
sviluppo, particolarmente nel settore terziario, quello dei servizi pubblici e
privati; questo spiega anche la presenza di molti pendolari, ma sono tante le
tesi a favore. A cominciare dalle dimensioni limitate dei gruppi umani che vi
risiedono e rendono possibili relazioni sociali intense in un clima generale di
fiducia e di solidarietà. Inoltre, il traffico limitato, l’aria pulita, la
possibilità di stare all’aperto e di godere degli spazi verdi della natura con
più facilità e frequenza. Gli stessi contesti che ritroviamo in vacanza: la
luce, i colori, la ricchezza umana della gente del luogo, forse un po’
invadente, ma sempre straordinariamente generosa.
La città è sinonimo di movimento, impone ritmi e abitudini di vita
incalzanti; alimentazione sbagliata, rumori, inquinamento, sedentarietà sono
elementi comuni sempre più presenti nella nostra quotidianità. Non esiste la
città ideale, anche se si può migliorare e renderla più a misura d’uomo. Per
questo abbiamo bisogno di vacanze, per staccare la spina e ritemprarci.
E’ nella nostra natura spostarci e comunicare a livello planetario, ma
sta alla nostra cultura scegliere i mezzi migliori per farlo. Trovare località
dove sia davvero possibile trascorrere un periodo libero dalla routine e fuori
dalle rotte del turismo tradizionale, anche in Italia. Ad esempio in una
minuscola località dell’isola di Stromboli (Ginostra) non vi sono macchine, ma
solo asini per il trasporto, il rumore è assente, le cose hanno mantenuto la
sobria eleganza di un’architettura tradizionale, essenziale e armoniosa.
Viaggiare è come ritornare in un luogo conosciuto, già visto; tutto
comincia per gioco, alla maniera delle avvenute più belle, quelle che nascono
in silenzio e, altrettanto discretamente, giorno dopo giorno crescono sino a
diventare importanti.

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