di Rina Di Giorgio Cavaliere

L’apprendimento serve per vivere, perché risolve i problemi dell’esistenza e le difficoltà che ognuno deve ogni giorno superare. Si può anche vivere per apprendere, quando la conoscenza è scoprire continuamente la realtà, raggiungere significati prima nascosti e godere di quanto si scopre.
In questa prospettiva, per la vastità e la diffusione del fenomeno, merita particolare risalto la lettura della notizia sul “Traslator” per chi usa “Skype” ed è appassionato degli smartphone con Windows Phone. E’ possibile usare il traduttore vocale anche in italiano; dopo essersi iscritti, basta avviare il programma e si conversa normalmente, nel contempo l’interlocutore riceve il messaggio nella propria lingua. La traduzione si modifica gradualmente mentre la macchina comprende le parole e il contesto della frase in cui sono utilizzate; possiede, quindi, la padronanza indispensabile sia nella ricezione sia, in un momento successivo, nella produzione del messaggio.
I legami di coesione sono come il cemento nell’edificio testuale della nostra lingua. E’ naturale il riferimento a “L’Immortale” di Borges; il coraggioso centurione romano, quando emerge dal labirinto sotterraneo, si ritrova in un palazzo incoerente e con orrore conclude che gli dei che l’edificarono erano pazzi. Un palazzo insensato è come un testo incoerente. A livello macro la logicità è il progetto, a livello micro la scelta e la combinazione delle pietre angolari. E’ questa, dunque, una importante conquista telematica, annoverabile tra le tante che hanno aiutato gli uomini a progredire nel loro benessere fisico e intellettuale degli ultimi cento anni.
Nell’antica concezione medioevale era netta la separazione tra scienza e tecnica, una rigida divisione in cui la tecnica era considerata qualcosa di umile, mentre la scienza soddisfaceva a una richiesta di conoscenza pura. Con il Rinascimento inizia un cambiamento di mentalità, che diventa definitivo nel Seicento; è promossa una profonda, intrecciata collaborazione tra tecnica e scienza per ottenere il pieno dominio sulla natura. Oggi la tecnica scandisce ogni nostra ora e ci appare chiaro quanto possa essere pericoloso il dominio da parte dell’uomo sulla natura, che va conosciuta e fruita.
Occorrono strumenti e macchine sia per superare i nostri limiti sia per alleviare la nostra fatica, ma, se abbiamo a cuore il nostro destino minacciato da una cultura fortemente scientista e tecnologica, dobbiamo interrogarci sulla linea di confine, se non addirittura sugli effetti controproducenti. Chiedersi come sarà il mondo di questo terzo millennio è discutere sull’idea di progresso, sulle paure e sulle speranze dell’umanità. Le conoscenze acquisite ci permettono di tracciare alcune linee di tendenza per ciò che concerne vaste tematiche: utilizzazione delle risorse energetiche, sviluppo dei mezzi di comunicazione, conquiste interplanetarie, lotta alle malattie e alla fame, giustizia sociale. La capacità di previsione è fortemente soggettiva, influenzata dall’atteggiamento di fiducia e di speranza, oppure di pessimismo e di paura che ciascuno nutre in se stesso.

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