di Rina Di Giorgio Cavaliere

I titoli dei giornali sono stati l’esempio più efficace di sintesi linguistica, dovendo comunicare in poco spazio la notizia principale dell’articolo e nello stesso tempo catturare l’attenzione del lettore, così i titoli dei libri o dei film. Nell’era della connettività globale i media giocano un ruolo decisivo nel bene e nel male, anche rispetto ai cambiamenti della lingua. Oggi comunichiamo (i maggiori utenti restano i più giovani) in maniera veloce e in tempo reale con l’e-mail e gli Sms, la ricerca su Google con l’impostazione della parola “chiave”.
Nelle scuole di ogni ordine e grado, uno dei compiti fondamentali nell’insegnamento dell’italiano è quello di educare i ragazzi a realizzare forme sempre più efficaci di sintesi linguistica, innanzitutto attraverso un costante e sistematico arricchimento lessicale.
Si potrebbe dire che il potenziamento della competenza lessicale rappresenti la migliore forma di prevenzione contro il vaniloquio e la prolissità. Chiamare le cose con il loro nome evita di ricorrere a penose circonlocuzioni e consente la maggiore efficacia nella comunicazione, ma non bisogna confondere l’essenzialità con la povertà del discorso o, peggio, di un discorso poco corretto.
I modi e gli strumenti che possono contribuire nella programmazione scolastica all’arricchimento lessicale e allo sviluppo della capacità di sintesi sono diversi; parlo dell’uso sistematico del vocabolario, di un adeguato programma di lettura, dei linguaggi settoriali o della costituzione di campi semantici e, principalmente, dell’educazione alla poesia. La narrazione è di per sé la dimensione che più si presta a un’integrazione fra tutte le parti della personalità umana. Nel linguaggio poetico si realizza una prodigiosa compenetrazione tra il significante e il significato, perché il poeta conosce intimamente la verità. La parola cessa di essere puro contenitore di senso e diventa essa stessa senso che costruisce la realtà. L’espressione poetica, difatti, è il risultato di un’accurata selezione delle parole da parte dell’autore con l’intento di fare emergere dal componimento quelle strettamente indispensabili al suo stato d’animo e alle sue emozioni, come nella celebre poesia di Giuseppe Ungaretti dal titolo “Soldati”:
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.

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