di Gerardo Leone

S.G.Rotondo, 7 giugno 2021. Nella sala operatoria della Cardiochirurgia dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza è stata eseguita per la prima volta, su due pazienti di 41 e 45 anni, la tecnica di ablazione definita “Convergent”, la più innovativa metodica mininvasiva per la Fibrillazione Atriale (FA) che combina il lavoro del cardiochirurgo e quello del cardiologo elettrofisiologo. La FA è un tipo di aritmia che causa irregolarità nel ritmo cardiaco e che, pur non essendo rischiosa di per sé, può causare eventi trombotici e coaguli che se finiscono in circolo possono provocare anche ictus cerebrali o ischemie. La FA viene solitamente trattata con terapia farmacologica o mediante cardioversione elettrica. Quando non basta bisogna ricorrere all’ablazione. La nuova tecnica di ablazione, eseguita a San Giovanni Rotondo dal cardiochirurgo francese Kostantinos Zannis, primario dell’IMM di Parigi, e dal cardiochirurgo di Casa Sollievo Michele Palladino, è applicabile soltanto ai casi di Fibrillazione Atriale isolata, cioè non associata a patologia valvolare e si sta diffondendo anche grazie alla possibilità di eseguire l’intervento di ablazione evitando la sternotomia (apertura dello sterno). La “Convergent” si articola in due fasi: in sala operatoria il chirurgo effettua, con un accesso mininvasivo, una ablazione con radiofrequenza della parete Sofferenza è stata eseguita per la prima volta, su due pazienti di 41 e 45 anni, la tecnica di ablazione definita “Convergent”, la più innovativa metodica mininvasiva per la Fibrillazione Atriale (FA) che combina il lavoro del cardiochirurgo e quello del cardiologo elettrofisiologo.

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