di A.M.
Foggia, 5 novembre 2015.
La foga della polemica politica fa perdere l’equilibrio, ma la storia amministrativa non si riscrive a colpi di frecciatine. Sfido chiunque dell’Amministrazione in carica a trovare un solo atto, ascrivibile a mie attività, attinente alle questioni della “167” su cui si è pronunciato il Consiglio di Stato. La mia esclusiva preoccupazione, al riguardo, è stata legata al processo di elaborazione del Piano Urbanistico Generale, nel cui alveo ho chiesto che gli uffici provvedessero a risolvere la sovrapposizione tra previsioni che si erano stratificate negli annidel “Piano di Zona 167” e del PIRP “A”. D’altronde, le questioni esecutive inerenti alla “167 più grande d’Italia” erano di competenza dell’Ufficio di Piano e del Servizio Lavori Pubblici per le tormentate opere di urbanizzazione. Quelle specifiche, su cui ha sentenziato il Consiglio di Stato, erano affrontate congiuntamente da Ufficio di Piano, Servizio Avvocatura e Segreteria Generale. Negli uffici comunali ancora aleggia la risposta netta e scherzosa con cui respingevo ogni tentativo di coinvolgermi in attività non più di competenza, in chiave PUG, dell’Assessorato alla Qualità e all’Assetto del Territorio di cui sono stato responsabile dal 2 febbraio 2012 al 14 febbraio 2014.

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