di Gerardo Leone

Foggia, 13 ottobre 2014.
Senza l’aiuto di Paolo Mongiello, candidato presidente alla Provincia, mai Francesco Miglio, avrebbe potuto sedere allo scranno più alto di Palazzo Dogana, portando il centrosinistra a rigovernare l’Ente di Piazza XX Settembre.
Lo aveva promesso e lo ha fatto, ha risposto così alle ingiurie e alle cattiverie, che ha dovuto subire durante la campagna elettorale, dove sono state determinanti, in certi casi, le minacce del coordinatore provinciale di Forza Italia, Lucio Tarquinio, a chi si permetteva di dare un firma per la presentazione della candidatura di Paolo Mongiello. Se si aggiunge il ripensamento de La Destra di Agostinacchio, che pur dichiarando che presentava scheda bianca, invece ha regolarmente votato per il sindaco di Foggia. L’unico che ha mantenuto fede alle sue dichiarazioni è stato il sindaco di Apricena (di Forza Italia) Antonio Potenza ed al quale va dato merito di non ceduto agli avvertimenti del coordinatore provinciale del suo partito, si comprende qual è stata la battaglia che ha dovuto affrontare Mongiello Graziano.
Chiamare oggi bambini viziosi e capricciosi, o peggio ancora traditori, chi ha remato contro di lui, in questa competizione elettorale, Landella sbaglia, tanto che qualcuno lo invita a ricordare come ha trattato i partiti della sua coalizione (escluso il Nuovo Centrodestra, di Franco Di Giuseppe), quando ha composto la sua Giunta.
Ora i giochi son fatti, la Sconfitta di Lucio Tarquinio è sotto gli occhi di tutti e non serve che qualche suo parente, sputi contro Mongiello Graziano detto Paolo, dopo i tanti anni trascorsi al suo…servizio pagato con i…trenta denari

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