di Gerardo Leone
Foggia, 19 gennaio 2012.
Un esercito di lavoratori sul lastrico, dopo la sentenza del giudice delegato del Tribunale di Foggia, Roberto Gentile, che ha sentenziato alle 13 di ieri il fallimento dell'Azienda AMICA SpA, per aver accumulato ben 60 milioni di debiti, definiti insolvibili. Circa settecento sono i lavoratori, tra la società madre, e le società satelliti, quelli della Daunia Ambiente e quelli delle cooperative di servizio. Un disastro vero è proprio che il sindaco Mongelli, non s'aspettava. Era invece fiducioso, che dopo il pronunciamento del Ministero dell'Economia, che aveva espresso parere favorevole all'amministrazione straordinaria dell'azienda, il giudice delegato avrebbe preso una diversa decisione. Oggi discute con i suoi tecnici e legali, la possibilità di fare ricorso avverso la sentenza.. Un coro di commenti, oggi piovono sulla questione, la opposizione, è convinta che Mongelli poteva fare di più, e che la sventurata conclusione della vicenda, dice Ciccio D'Emilio, capo gruppo del Pdl a Palazzo di Città, l'avevano prevista da molto tempo, sollecitando il primo cittadino ad intervenire concretamente. Giorgio Cislaghi, segretario del circolo Rifondazione Comunista, sottolinea che: “Il fallimento di Amica è da addebitare esclusivamente a chi l’ha gestita facendole accumulare una debitoria tale da renderne impossibile il salvataggio, una debitoria che ha contribuito a portare il Comune sull’orlo del dissesto economico sottraendo risorse alla comunità. Infine anche le organizzazioni sindacali della Cgil, Cisl, Uil e Ugl, puntano il dito sul primo cittadino, Mongelli, dicono, deve rispondere quindi della insana manovra che ha comportato la dichiarazione di fallimento dell’Amica spa. Il segretario cittadino dell'Udc, Francesco Niglio invece, chiede le dimissioni del sindaco.

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