di Gerardo Leone
Foggia, 31 gennaio 2018.
Le note di “Smile” di Piovani, colonna sonora del film “La vita è bella”, interpretate al pianoforte e al violino da due alunni, ha aperto venerdì scorso la partecipata presentazione del libro di Carlo Greppi nell’auditorium della scuola media “Zingarelli”. “Non solo oggi abbiamo il dovere di ricordare – ha sottolineato un attore nel corso del suo monologo sul palco, mentre veniva proiettato un video sugli orrori della Shoah - ma dobbiamo farlo tutte le volte in cui qualcuno vuole calpestare i diritti di ogni essere umano.E non dimentichiamo che errare è umano, tutti possiamo sbagliare.Perdonare è divino, anche se difficile, e perseverare è diabolico.Purtroppo non solo in quegli anni, ma anche ai nostri giorni l’uomo si comporta diabolicamente”. “La memoria è un dovere – ha sottolineato Lucia Palmieri, docente referente del progetto –anche verso le giovani generazioni, alle quali si deve trasmettere la consapevolezza e la conoscenza del passato, perché non siano private di quel patrimonio morale che è rappresentato dalla continuità della storia dell'uomo. Spetta alla famiglia, alla scuola, alle istituzioni coltivare nei giovani il rispetto della dignità di ogni essere umano” Nel corso del pomeriggio,Carlo Greppi, giovane e brillante storico che ha scelto il linguaggio della narrativa per affrontare proprio temi come Shoah, razzismo, migranti e xenofobia, ha presentato “Non restare indietro”. Nel romanzo Francesco, il protagonista, acquisisce memoria storica ed entra in rapporto con il mondo degli adulti. La storia e la memoria con cui Francesco si confronta sono quelle della Shoah e il luogo in cui si svolge oltre la metà della vicenda narrata è la scuola. Una scuola che fa scelte forti e sa aprirsi al mondo e per questo ha studenti che si animano di fronte a proposte di senso. Su questo aspetto è intervenuta Maria Aida Episcopo, dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di Foggia, che ha proprio sottolineato l’importanza del ruolo della scuola per la formazione dei giovani e i gravi rischi connessi alla negazione della shoah. Numerose anche le domande degli studenti, dalle emozioni che provano i giovani che conoscono le tristi vicende legate a Aushwitz alle motivazioni che hanno spinto lo scrittore a scegliere di parlare di Shoah ad un pubblico adolescenziale, fino alla scelta del protagonista, un sedicenne. Il pomeriggio si è concluso con un messaggio di speranza, quello di Charlie Chaplin nel film “Il grande dittatore - Discorso all’umanità” e sulle note di “Buongiorno principessa” de “La vita è bella”, con l’immagine di una candela accesa sullo sfondo. Lungo l’applauso dedicato alla memoria delle vittime della Shoah.

|