di Redazione
Pietramontecorvino, 8 maggio 2012.
Il 16 maggio si terrà il 124° pellegrinaggio dal centro abitato all’antico borgo di Montecorvino posto a sette chilometri da Pietra. L’evento, al quale partecipano tutti i petraioli, si ripete ogni anno dal 1889 per celebrare Sant’Alberto, patrono di Pietramontecorvino. Mercoledì 16 maggio, il pellegrinaggio partirà alle ore 8. Alle 11.30 si terrà la messa nello scenario suggestivo dei ruderi dell’antica cattedrale di Montecorvino. In sette chilometri, si sviluppa un cammino di devozione la cui ricchezza va oltre il significato religioso della processione. Sette chilometri per raggiungere la cosiddetta “sedia del diavolo”, la torre del sito archeologico in cui si trovano i ruderi dell’antica cattedrale che fu dimora del Santo. Dal pellegrinaggio del 1889 sono cambiati gli abiti, i costumi, le tecnologie, i volti e le persone che partecipano al rito, ma l’evento non ha mai smarrito il filo conduttore che lo caratterizza dalle sue origini: il legame tra la terra e il cielo simboleggiato dai palii addobbati, protesi verso l’alto, portati con la forza delle sole braccia per sette chilometri all’andata e sette al ritorno. La natura e le sue manifestazioni, nella giornata del 16 maggio, sono metafora e significazione di quel legame, della tensione emotiva verso la speranza di avere un aiuto dal cielo per ‘governare’ le difficoltà e le variabili legate al ciclo delle coltivazioni. Tutto nacque dal bisogno di vedere sconfitta la tremenda siccità che 124 anni fa mise a rischio il ciclo delle colture e, con esso, la possibilità delle famiglie petraiole di avere il necessario per sfamarsi. Sant’Alberto apparve in sogno a due donne e disse loro che, per alleviare la sete dei campi, il popolo avrebbe dovuto compiere un pellegrinaggio penitenziale fino alla vicina Montecorvino. Al ritorno dal cammino di preghiera le nuvole riversarono sui campi la pioggia indispensabile al loro sostentamento. Di lì a qualche mese, i raccolti furono i più generosi di sempre. Alberto il Normanno, l’eremita, il Santo Patrono, aveva sconfitto la siccità e conquistato l’eterna devozione del suo popolo. Caratteristica spettacolare del 16 maggio petraiolo sono i palii, fusti d’albero che pesano fino a 100 chili, addobbati con fazzoletti variopinti e trasportati con l’aiuto di lunghe funi. Il pellegrinaggio diventa una carovana di colori che, grazie all’altezza e al corredo di scialli dei palii, rende visibile il suo procedere anche a molti chilometri di distanza. Nel mezzo, tra i palii e il popolo dei fedeli, c’è la statua del santo che unisce tre paesi: all’evento partecipano gruppi di fedeli provenienti da Motta Montecorvino, Volturino, Pietra e da molte città d’Italia dove risiedono le comunità di emigranti dei rispettivi borghi.7

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