di Redazione
Bari, 7 settembre 2015
“Il caporalato va combattuto senza quartiere in tutt'Italia ma tutti devono fare, senza dannose ipocrisie, la propria parte in una lotta che preveda l’isolamento, e tutte le conseguenze amministrative e penali per le imprese che rendono i nostri campi terra di sfruttamento, ma che non produca una criminalizzazione generalizzata, salvaguardando e anzi incentivando quelle imprese dell'agroalimentare, che nel rispetto delle leggi in vigore, creano sviluppo in un settore che deve tornare ad essere trainante dell'intera economia del Sud Italia. Per questo, in linea con quanto dichiarato dalla Confagricoltura e dalla Cia di Puglia, diventa fondamentale che la Regione Puglia assuma il coordinamento delle azioni di controllo e repressione. Non si può più tollerare questa caccia alle streghe, che ha come conseguenze quelle di far perdere di vista la reale portata del fenomeno, rendendo di fatto ancora più difficoltose le normali, e trasparenti, attività agricole quotidiane, in un periodo molto delicato per la salvaguardia dell’intero comparto. Chi afferma il contrario parla a vanvera, è in malafede, cerca a tutti i costi un inutile approccio ideologico o semplicemente non conosce le problematiche. Da qui, se è giusta una forte azione repressiva, questa deve accompagnarsi e valide politiche nazionali e locali di tutela dell'occupazione e di chi occupazione la crea. Solo se toglieremo ogni alibi a chi si nasconde dietro il mancato rispetto delle regole, l’azione repressiva potrà portare a risultati soddisfacenti”.

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