di G.C.

Foggia, 9 dicembre 2013.
Gli atti che la Giunta Comunale ha approvato per la preparazione della sessione di bilancio non sono altro che una sommatoria di provvedimenti economici dalla cui lettura si ricava un’incapacità di immaginare un futuro per la città che sia diverso dal tamponare le varie emergenze ancora presenti e, per alcuni versi, dimostra anche una schizofrenia amministrativa che ci lascia senza parole. E’ il caso della “cura e manutenzione delle aree verdi” che vede aumentata la spesa per poco meno di 200 mila euro l’anno, circa 33 mila euro per il 2013, in quanto nel bando non erano state previste le aree verdi situate oltre la tangenziale che possono costituire ostacolo alla circolazione stradale, delle borgate e del Tribunale, viene da domandarsi come si sia potuto dimenticarsi di queste aree nella preparazione del bando che ha comportato un’attesa di un anno per rivedere “curate” le aree verdi. E’ anche il caso della delibera con cui si riconosce ad ATAF risorse aggiuntive per “adeguamento all’inflazione” dei finanziamenti comunali, 1.066 mila euro. Questa somma va ad aggiungersi allo stanziamento fatto per acquistare 4 autobus (ma non ne erano stati promessi 10?) e ai proventi della “sosta tariffata” senza prospettare miglioramenti del servizio di trasporto pubblico urbano. Da questi atti si può evincere una certa schizofrenia amministrativa derivata dall’aumento della spesa pubblica in aperto contrasto con la delibera di Giunta n° 101/2013 con si afferma di volere ridurre i costi dell’amministrazione, in ossequio alla “spending review”, con riduzione della spesa per la telefonia e un risparmio del 10% sui costi di gestione degli impianti sportivi facendo pagare le utenze di acqua, luce e gas (ma non era già stato fatto negli anni scorsi?) ai fruitori degli impianti. L’incapacità di immaginare un futuro per la nostra città si evince dagli atti finanziari che riguardano il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. La prima incongruenza è che sono messe a carico della collettività le spese per la gestione della discarica ma non si evince in nessun atto disponibile quanto si incassa, o si potrebbe incassare, dalla discarica stessa per lo smaltimento di rifiuti provenienti da altri comuni come non è previsto nessun incasso dall’attività dell’impianto di bio stabilizzazione dei rifiuti (è un impianto che serve l’ATO e il servizio svolto è oneroso per chi vi porta i rifiuti a trattare). Non è previsto nessun incasso per la vendita di materiale derivante dalla raccolta differenziata, questo in palese contrasto con il piano presentato e finanziato da regione Puglia. Questo fa presagire un futuro fatto di incenerimento dei rifiuti, di lotte per la tutela della salute e di difesa del territorio. C’è, anche in questo caso, una schizofrenia amministrativa perché il costo della raccolta dei rifiuti lievita sino a oltre 26 milioni in contrasto con quanto affermato nell’adesione alla spending review. Se due anni fa si fosse prospettato al tribunale fallimentare un piano economico per la gestione di AMIU con queste cifre AMIU non sarebbe stata dichiarata fallita e di questo il sindaco deve dare conto alla città. L’incapacità di immaginare un futuro per la città la ricaviamo dalla lettura della tabella di riferimento per la determinazione della TARES perché non si fa differenza tra le zone urbanistiche centrali e periferiche, non c’è una valutazione della diversa qualità dei servizi prestati motivo per cui si afferma il principio folle che chi ha meno servizi contribuisce al pagamento di chi ha migliori servizi, ossia gli abitanti e gli esercenti delle zone più povere sostengono il reddito di chi vive e opera nelle zone più ricche. Assurdo che si sia fatta questa tabella senza prima approvare il “piano del commercio”, il “piano delle aree mercatali e del commercio ambulante” perché è anche con la leva fiscale che si sostiene il commercio di prossimità e la vendita ambulante dei prodotti a Km 0. Indecente è la quantificazione della tariffa per gli ipermercati, gli unici esercizi commerciali che hanno ancora i conti in salute, ai quali viene applicata una tariffa di € 14,44 contro una tariffa di € 23,39 per pescherie e ortofrutta che non producono rifiuti indifferenziati ma rifiuti trattabili con una corretta raccolta differenziata per le attività commerciali. Anche in questo caso viene favorita la grande distribuzione a scapito del commercio di prossimità. Il giudizio che diamo su quanto sinora approvato è totalmente negativo, sia per la volontà di far pagare i costi della città ai più poveri sia per l’incapacità di dare un futuro alla città ed esprimiamo ora il nostro dissenso al bilancio comunale, in discussione il 12 dicembre, perchè non vi potranno essere adeguate compensazioni per il sostegno del reddito delle famiglie in disagio economico in quanto sarà solamente un bilancio che fotografa l’assenza di interventi a sostegno delle famiglie mentre l’adesione al “salva città” imporrà, per il futuro, aumenti generalizzati per i servizi offerti alla collettività. E’ ora che si dica esplicitamente che il riordino dei conti comunali è passato attraverso l’impoverimento delle famiglie e le scelte che questa Giunta ha fatto sono state deleterie per il futuro della comunità.
Il segretario del circolo “CheGuevara” - Foggia Fiorenzo Giorgio Cislaghi

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