di Rosa D'Amato
Bruxelles, 9 aprile 2016.
“Il progetto messo in piedi dalla Total su Tempa Rossa che
coinvolge la Raffineria Eni di Taranto, va fermato, le condizioni ambientali e
l`anacronismo delle fonti fossili lo dicono”. Lo dice Rosa D'Amato,
europarlamentare tarantina del Movimento 5 Stelle.
D'Amato spiega: “La vicenda emersa dalle intercettazioni che coinvolgono
l'ormai ex ministro Guidi e il suo compagno non ci sorprendono, avevamo avuto
il primo sentore di qualcosa di strano sin dalla comparsa di quell'emendamento
presentato dalla sottosegretaria Vicari nel decreto Sblocca Italia, cucito su
misura sul progetto Tempa Rossa, bocciato in prima istanza e fatto rientrare
nella Legge di Stabilità. C'è da chiedersi qual è la pubblica utilità di un
progetto che favorisce soltanto i petrolieri a scapito della salute dei
cittadini lucani e tarantini".
L'eurodeputata M5S punta lo sguardo sulle royalty e le franchigie: “Nessuna
compensazione potrà mai ridare agli agricoltori le proprie terre, agli
allevatori i propri animali e a tutti i cittadini la salute, neppure se le
attuali percentuali del 4 % dei ricavati in mare e 10% per l’estrazione a
terra, fossero aumentate”.
“Ho già presentato diverse interrogazioni alla Commissione europea sul quel
progetto che regalerà a Taranto il 12% in più emissioni e ridicole ricadute
occupazionali, soprattutto se confrontate con i posti di lavoro che si
creerebbero nelle energie rinnovabili con gli stessi importi. Le problematiche
sollevate in Commissione sono le stesse che oggi sono alla ribalta dei
notiziari: le modifiche legislative che il governo si apprestava a fare per
favorire il progetto Tempa Rossa e le contaminazioni delle falde".
"In una delle risposte, la Commissione ha comunicato che “sta monitorando
da vicino” il progetto e staremo col fiato sul collo all'Ue per conoscere i
risultati di questo controllo".
"Il progetto aumenterà il rischio di incidenti nell'intera raffineria e nell’area
portuale, sottoposta alla normativa nazionale della direttiva Seveso III,
attualmente al vaglio della Commissione per il visto di conformità. Il
presidente della Regione Emiliano solleciti il parere del CTR e si opponga alla
realizzazione di Tempa di fatto, con atti concreti”, dice D'Amato.
"La politica locale dovrebbe adoperarsi per l’istituzione di una 'Oil free
zone' come da art.71 Legge n.221 28/12/2015, ossia area territoriale nella
quale, entro un determinato arco temporale e sulla base di specifico atto di
indirizzo adottato dai comuni del territorio di
riferimento, si preveda la progressiva sostituzione del petrolio e
dei suoi derivati con energie prodotte da fonti rinnovabili. Nelle Oil free
zone sono avviate sperimentazioni sulla realizzazione di prototipi e
l'applicazione sul piano industriale di nuove ipotesi di utilizzo dei
beni comuni: non è uno strumento perfetto, ma perché non usarla per l’area
tarantina?
Proponiamo ormai da tempo la riconversione della città, trasformandola da città
sul mare a città di mare con la valorizzazione dell’habitat marino e delle
bellezze storiche-archeologiche che solo la città di Taranto può vantare, senza
dimenticare le potenzialità del porto, colonizzato negli anni dalle grandi
industrie inquinanti, restituendolo al servizio della città con la sua
retroportualità, attualmente solo sulla carta.
Non accetteremo un nanogrammo di inquinamento in più e siamo consapevoli che
solo un governo del M5S è in grado di realizzare progetti di economia
moderna, digitale e circolare, collaborativa e condivisa", conclude
D'Amato.

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