di Danila Paradiso
Foggia, 31 maarzo 2014.
Una serata all’insegna delle risate e del buon umore, senza perdere mai di vista il legame con la propria terra, è stata quella di venerdì 28 marzo che ha visto protagonista a Lucera, nelle sale di Palazzo D’Auria Secondo, il cabarettista, attore e comico barese Gianni Ciardo. Monologhi, canzoni “e cose”, espressione quest’ultima tipicamente barese che lascia intendere una serie di significati e che, ogni volta che è stata proferita da Ciardo, ha suscitato fragorose risate nel pubblico. “Sono contento di stare qui a Lucera, al Nord”, ha esordito il comico, sottolineando le tante differenze presenti anche all’interno di una stessa regione. “L’Italia è riuscita ad entrare in Europa, Bari non riesce ad entrare in Italia”, ha poi asserito scherzando, ma non troppo. E questo perché “noi siamo così, non siamo come gli italiani”. Concetto che Ciardo ha esplicitato con un’attenta e sempre simpaticissima analisi degli intercalari, dei modi di dire e di fare, delle molteplici declinazioni del dialetto. Dietro ogni battuta si celava un interesse per le tematiche, le logiche che spesso si nascondono dietro i comportamenti, i luoghi comuni sul meridione e in particolare su Bari. “Se noi diciamo ‘ancora cadi’ a Bari, significa ‘fai attenzione che potresti cadere da un momento all'altro’. Un giorno stavo camminando a Roma e vidi un bambino su una panchina, allora mi sono rivolto alla madre dicendo: ‘attenzione signora al bambino, ancora cade!’ Allora la signora ha risposto: ‘e perchè è già caduto?’ ‘No’, e la signora: ‘E mi scusi, se lei mi dice attenta al bambino ancora cade significa che lo ha già visto cadere un altra volta’.” Gianni Ciardo non ha tralasciato il modo, tutto nostro, di esprimerci con i suoni, raccontando del suo arrivo a Lucera: “mi sono fermato in un bar a prendere un caffè, il barista era di spalle e quando si è girato mi ha visto e ha esclamato ‘Mdù’! Che tradotto significa ‘Madò guarda qui chi c’è’ “. Allo spettacolo non è mancato il momento musicale, durante cui Ciardo ha provato a tradurre le canzoni dal dialetto all’italiano. “Ma le canzoni vanno lasciate così, altrimenti si perde tutto!”, ha affermato. E poi ha intonato la canzone ‘Enza’, scritta da lui nel 1993 per la fiction Il Polpo, versione barese dello sceneggiato La Piovra. L’attore, cabarettista e musicista non ha deluso il numeroso pubblico presente con un excursus comico di grande livello accompagnato da grande umiltà. Prossimo appuntamento a Palazzo D’Auria Secondo il 24 maggio con Peppe Servillo.

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