di Emy Dell'Aquila
Cari amici e amiche,
abbiamo sentito tante volte parlare di magia, ma che cos’è? La magia è basata sulla credenza che un fluido possente percorra la natura e tutti gli esseri viventi. Questa forza può essere incanalata per ottenere una buona caccia, far piovere, eccetera. Nelle comunità tribali tale forza viene chiamata “mana” ed è usata dalle streghe e dagli stregoni o (“nganga). Il mana diventa operante attraverso la evocazione degli spiriti, essenziali affinchè la forza agisca. Gli stregoni si rivolgono agli spiriti degli antenati perché li aiutino a trovare la cura per una malattia, o un ladro nella tribù. Per compiere magie bisogna essere nello stato d’animo adatto e concentrare la volontà su ciò che si vuol fare. Perciò spesso gli stregoni vanno in trance danzando e cantando freneticamente, finchè non ritengono che il loro spirito guida si sia impossessato di loro: allora sono pronti a adoperare la magia. In ogni società tribale esistono uomini e donne che agiscono da medium tra le persone, il mondo degli spiriti e le forze della natura. Si tratta degli “sciamani”, che hanno forti poteri medianici. Nella maggior parte delle tribù, sono sempre le stesse famiglie a fornire gli sciamani; la “chiamata” può venire da un sogno o da una malattia dalla quale la persona guarisce solo se accetta di diventare sciamano. Per mantenersi in contatto con gli spiriti, lo sciamano deve andare in trance e qualche volta lo fa battendo un tamburo magico. In una tribù la magia è parte essenziale della vita: praticandola, la gente si sente meno vulnerabile alle malattie e alle calamità. Nelle regioni calde e aride dell’Africa, molte tribù credono che un rituale magico appropriato porti la pioggia. Una delle funzioni più importanti dello stregone è proprio questa: un cattivo raccolto dovuto alla siccità può significare morte per la tribù. L’intera tribù è coinvolta nelle cerimonie per invocare la pioggia. Si danza, si canta, si prega, di loro: allora sono pronti a adoperare la magia. In ogni società tribale esistono uomini e donne che agiscono da medium tra le persone, il mondo degli spiriti e le forze della natura. Si tratta degli “sciamani”, che hanno forti poteri medianici. Nella maggior parte delle tribù, sono sempre le stesse famiglie a fornire gli sciamani; la “chiamata” può venire da un sogno o da una malattia dalla quale la persona guarisce solo se accetta di diventare sciamano. Per mantenersi in contatto con gli spiriti, lo sciamano deve andare in trance e qualche volta lo fa battendo un tamburo magico. In una tribù la magia è parte essenziale della vita: praticandola, la gente si sente meno vulnerabile alle malattie e alle calamità. Nelle regioni calde e aride dell’Africa, molte tribù credono che un rituale magico appropriato porti la pioggia. Una delle funzioni più importanti dello stregone è proprio questa: un cattivo raccolto dovuto alla siccità può significare morte per la tribù. L’intera tribù è coinvolta nelle cerimonie per invocare la pioggia. Si danza, si canta, si prega, mentre lo stregone entra in uno stato di grande turbamento per potersi rivolgere al dio della pioggia. Compito dello stregone è anche di assicurarsi che la ricerca del cibo sia coronata da successo, che vengano scoperti i criminali nella tribù e che le malattie vengano guarite… Prosegue alla prossima
Emy Dell’Aquila

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